Le ultime novità sulla riforma delle pensioni e la Legge di Bilancio 2019 sono state commentate da Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil in un’intervista a RadioArticolo1. “C’è una grande confusione”, ha affermato il leader sindacale, “che in parte dipende dallo scarto tra le promesse fatte in campagna elettorale e ciò che si è poi in condizione di fare. Un aspetto tanto più importante proprio perché si deve interloquire con l’Europa. È probabile che in questi giorni si stia tentando di lavorare sulle platee per ridurre i costi al fine di tagliare il deficit previsto al 2,4 per cento”.
Secondo Ghiselli, in definitiva, il Governo sarà costretto ad una revisione dei criteri d’accesso a Quota 100. “Sicuramente lo faranno facendo finta di non averlo fatto, provando a dare a intendere che Quota 100 rimane e gli impegni vengano rispettati. Ad oggi, quello che concretamente si farà non è però dato di saperlo”, ha osservato. Per quanto riguarda la misura sulle pensioni anticipate all’attenzione del Governo, Ghiselli ha precisato che “non parla alle donne, alle piccole imprese, al Sud, a chi ha lavori discontinui, e deboli, ai giovani e a chi svolge lavori gravosi e usuranti”, a differenza della proposta della piattaforma composta da Cgil, Cisl e Uil sulla previdenza.
Quota 100 e poi Quota 41
Sulle pensioni con Quota 100 in questi giorni è circolata l’ipotesi secondo la quale, dopo tre anni dal pensionamento, si potrebbe andare in pensione avendo maturato 41 anni di contribuzione a prescindere dall’età anagrafica. “Ovviamente siamo d’accordo sul fatto che dopo 41 anni di lavoro si vada in pensione, ma spacciare questo come superamento della Fornero è troppo, è un vero e proprio bluff “, ha sottolineato Ghiselli. “Tra l’altro, è già difficile arrivare ai 38 anni di lavoro previsti per arrivare a Quota 100, figuriamoci ai 41”, ha puntualizzato.
La proroga dell’Ape sociale
Ghiselli ha affrontato anche il tema della proroga dell’Ape sociale, misura per le pensioni anticipate con onere a carico dello Stato, la cui scadenza è fissata per il 31 dicembre 2018. “Abbiamo mandato una sollecitazione al Parlamento e al Governo per intervenire entro il mese di dicembre, il che si può fare solo nella Legge di Bilancio, cosa che al momento invece ancora non è accaduta. Non ci sarebbe inoltre alcun problema di copertura finanziaria”, ha chiarito.