Pensioni e Legge di Bilancio: la proroga di Opzione donna

Le ultime novità su Opzione donna, la misura per le pensioni anticipate al femminile, la cui proroga è presente nel DDL Bilancio 2020.

Pensioni anticipate: le ultime novità su Opzione donna

Prosegue la discussione del DDL Bilancio 2020 in Commissione Bilancio al Senato. Il provvedimento verrà esaminato  in Aula a partire da martedì 3 dicembre 2019. Uno degli interventi previsti in materia previdenziale è la proroga di Opzione donna, presente all’art. 57: “All’articolo 16, del decreto legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni dalla legge 28marzo 2019, n. 26, al comma l, le parole “il 31 dicembre 2018” sono sostituite dalle seguenti: “il 31 dicembre 2019” e al comma 3 le parole “entro il 28 febbraio 2019” sono sostituite dalle seguenti: “entro il 29 febbraio 2020“.

Nonostante le pesanti decurtazioni previste sull’assegno pensionistico, dovute al ricalcolo con il metodo contributivo, la misura per le pensioni anticipate conosciuta come Opzione donna continua a destare l’interesse delle lavoratrici che desiderano arrivare anticipatamente alla quiescenza. L’Inps ha osservato che Opzione donna è stata scelta da 13.500 lavoratrici già alla fine dello scorso mese di settembre, con la prospettiva di arrivare a 18-19mila domande accolte entro la fine dell’anno.

Le dichiarazioni di Paola Viscovich

“Opzione donna è una misura molto importante per tante donne. La dimostrazione le 13.500 domande già in essere e la previsione di circa 18.000-19.000 domande entro la fine dell’anno. Siamo felici che ci venga data questa possibilità in attesa che nei prossimi anni possa cambiare tutto il sistema previdenziale. Ma in questo momento ben venga questa opportunità, la proroga al 31/12/19 è una boccata di ossigeno”, ha dichiarato Paola Viscovich amministratrice del gruppo “Opzione Donna: Le Escluse”.

Opzione donna nel Rendiconto sociale Inps 2018

Nel periodo dal 1°gennaio 2016 al 31 dicembre 2018 le pensioni liquidate sono state complessivamente 27.586, il 74,1% per i lavoratori della gestione privata e il 25,9 % per quelli della gestione pubblica. Le domande pervenute, invece, dal 1° gennaio 2019 al 30 giugno 2019 sono 16.914 di cui 585 relative a lavoratrici con 58 anni di età, pari a 3,5%, 5.153 con 59 anni di età, pari a 30,5%, 4.870 con 60 anni di età, pari a 28,8%, 2.414 con 61 anni di età, pari a 14,2%, 1.309 con 62
anni di età, pari a 7,7%, 1.043 con 63 anni di età, pari a 6,2%, 767 con 64 anni di età, pari a
4,5%, 539 con 65 anni di età, pari a 3,2% e 234 con 66 anni di età, pari a 1,4%.

Le domande accolte risultano 10.879, pari a 64,3% delle pervenute con una presenza nelle regioni del Nord di 7.544, pari a 69,3% e nelle regioni del Centro di 1.797, pari a 16,5% e nelle regioni del Sud e Isole di 1.538, pari a 14,1%.

Il 34,4% delle pensioni liquidate al 30 aprile 2019 riguarda lavoratrici senza alcun reddito nel 2017, mentre l’8,1% è riferito a lavoratrici con reddito fino a 5.000 euro, il 10,8% a lavoratrici con reddito tra 5.001 a 8.700 euro, il 13,5% con reddito tra 8.701 e 13.000 euro, il 33,2% invece è riferito a lavoratrici con redditi 2017 superiori a 13.000 euro anni, il 27,6% da 13.001 a 26.000 e il 5,6% con redditi superiori a 26.000 euro annui. Si deduce che il 53,3% delle domande di opzione donna accolte è riferito a donne in situazioni di difficoltà lavorativa (disoccupate, cassa integrate, etc.).

Il costo delle pensioni Opzione donna

Il MEF considera, in virtù di quanto disposto dal Decreto legge n. 4/2019, considera Opzione
donna una prestazione onerosa. Tuttavia, precisa l’Inps, essendo la prestazione a calcolo contributivo si configura come una diversa distribuzione, su più anni, del medesimo montante contributivo versato. La spesa preventivata e quella media pro capite, considerata dal MEF a carico della fiscalità generale, è stata al 30 aprile 2019 di 276 milioni di euro con un onere medio pro capite di 60.367 euro.

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