Appuntamento molto atteso la domenica per migliaia di fedeli l’angelus di Papa Francesco, trasmesso su Rai 1 nel programma religioso “A Sua immagine“, che nella puntata odierna si occupa dei missionari. La puntata conterrà contributi provenienti da diverse parti del mondo, in Amazzonia, a Santo Domingo, nella Repubblica Centrafricana, in Thailandia. Testimonianze che ci permetteranno di capire il senso profondo dell’attività dei missionari. Lorena Bianchetti ospita don Dante Ferraro, medico e direttore del Cuamm, e don Massimo Rizzi, direttore del Centro Missionario diocesano di Bergamo.
L’Angelus di oggi di Papa Francesco in diretta da Piazza San Pietro!
Alle 12.00 verrà trasmesso, come ogni domenica l’Angelus recitato da Papa Francesco da Piazza San Pietro. Ci spiega in apertura il Pontefice che oggi il Vangelo ci presenta una Parabola drammatica con un epilogo triste. Il padrone di un terreno vi ha piantato una vigna, l’ha ben curata. Poi dovendo partire la affida a dei contadini. Al momento della vendemmia manda i suoi servi a ritirare il raccolto, ma i contadini li maltrattano, li uccidono. Allora il padrone manda suo figlio ma quelli uccidono perfino lui. Come mai accade questo? Cosa è andato storto?
C’è un messaggio di Gesù in questa parabola. Il padrone fa tutto bene, con amore, fatica in prima persona. Pianta la vigna, la circonda con una siepe per proteggerla, e costruisce una torre di guardia. Poi affida la vigna a dei agricoltori, dando loro in affitto il suo bene più prezioso, e trattandoli in modo equo. Date le premesse la vendemmia dovrebbe concludersi al meglio, in clima di festa e con una giusta condivisione del raccolto. Invece non è così. Nella mente dei contadini si sono insinuati pensieri ingrati e avidi. Alla radice dei conflitti c’è sempre qualche ingratitudine e pensieri avidi. Non dobbiamo rendere niente a nessuno, il frutto del nostro lavoro è solo nostro, questo pensano i contadini.
Il bene viene dalla Grazia di Dio dal suo dono gratuito!
Questo non è vero dovrebbero essere riconoscenti per quanto hanno ricevuto e per come sono stati trattati, mentre l’ingratitudine alimenta l’avidità e cresce in loro un progressivo senso di ribellione che li porta a vedere la realtà in modo distorto. A sentirsi in credito piuttosto che in debito con il padrone. Da agricoltori diventano assassini. Questa parabola ci mostra che cosa accade quando l’uomo si illude di farsi da sè, dimentica la gratitudine e che il bene vien dalla Grazia di Dio. Il bene viene dal suo dono gratuito.
L’ingratitudine genera la violenza.
Quando ci si dimentica questo ci si trova in preda all’avidità ed al bisogno di avere qualcosa in più degli altri, di voler emergere rispetto agli altri. Spinti dal rancore si può precipitare nel vortice della violenza. L’ingratitudine genera violenza, ci toglie la pace, e ci fa sentire e parlare urlando, senza pace, mentre anche un semplice grazie può riportare la pace. Poniamoci delle domande. Io mi rendo conto di aver ricevuto in dono la vita e la fede? Mi rendo conto di essere io stesso un dono di Dio? Comprendo che tutto parte dalla Grazia del signore e di esserne beneficiato senza meriti, amato e salvato gratuitamente? E soprattutto in risposta alla Grazia so dire grazie? Le tre parole che sono il cardine della convivenza umana sono grazie, permesso e perdono! Io sono dire queste tre parole? Ci aiuti Maria a fare della gratitudine la luce che sorge ogni giorno dal cuore.
Il Vangelo di oggi domenica 8 ottobre 2023!
Scopriamo insieme il vangelo di oggi che il Pontefice commenterà nell’Angelus, tratto dal Vangelo secondo Matteo. «In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?. Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo”. E Gesù disse loro: “Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Un Dio che perdona e va oltre i nostri sbagli e peccati!
La Parabola ci mostra come Dio Padre risponde ai rifiuti opposti al suo amore e alla sua proposta di alleanza. Si parla dell’alleanza di Dio con l’umanità, che come ogni storia di amore conosce i suoi momenti positivi ma è caratterizzata allo stesso tempo da tradimenti e da rifiuti. Anche quando Dio è deluso per il comportamento malvagio degli uomini, dai nostri sbagli e dai nostri peccati, non viene meno alla sua parola, non si ferma e soprattutto non si vendica!