La consuetudine di preparare gli altari della reposizione si è affermata in Europa a partire dall’Età Ccarolingia ed esprime il sentimento della sepoltura e del lutto: benché i credenti cattolici adorino il Dio Vivente nell’Eucaristia, non si può negare il passaggio all’Immortalità attraverso la morte cruenta, ed ecco quindi che ricompare l’idea dei Sepolcri. Per fede o per curiosità, la notte del Giovedì Santo ci si muove per le vie cittadine in visita agli altari solennemente addobbati delle chiese.
Fiori bianchi e semi di grano!
Tipici addobbi dei Sepolcri, i fiori bianchi, il vino fatto bollire con l’incenso e i semi di grano germogliati al buio che simboleggiano il passaggio dalle tenebre della morte alla Resurrezione di Gesù. Nell’ altare vengono collocati il tavolo, simbolo del sacrificio, il pane, i dodici piatti degli Apostoli e il tabernacolo dove è collocata l’Eucarestia. Tutto il resto in Chiesa viene oscurato in segno di dolore perché è iniziata la Passione di Gesù: le campane tacciono, l’altare più grande è disadorno, il tabernacolo vuoto e aperto, i Crocifissi coperti.
Il giro delle Sette Chiese!
Tradizione vuole che il credente entri nelle varie chiese e reciti in ciascuna di esse il Gloria, l’Ave Maria e il Padre Nostro, chiedendo benevolenza al Signore, e che ne visiti almeno tre e sempre in numero dispari. Il numero sette tuttavia è un numero sempree sacro che corrisponde per assonanza ai sette gradi della perfezione, alle sette sfere celesti, ai sette rami dell’albero cosmico, ai sette maggiori pianeti del sistema solare: in sostanza indica il rinnovamento umano e spirituale. In origine, il giro delle sette chiese simbolizzava un obiettivo: ottenere l’indulgenza plenaria, concessa in occasione del Giubileo.