Cospito in condizioni critiche dopo la crisi cardiaca! Gli ultimi aggiornamenti

Cospito sarebbe in condizioni critiche dopo la crisi cardiaca, a causa della quale potrebbe avere danni neurologici irreversibili. Vediamo gli aggiornamenti!

Cospito in gravi condizioni dopo la crisi cardiaca! Gli ultimi aggiornamenti

L’anarchico Alfredo Cospito sarebbe in condizioni critiche dopo la crisi cardiaca, che lo ha colpito, e a causa della quale rischia di avere danni neurologici irreversibili. Cospito, che è ricoverato al San Paolo, dove è stato sottoposto a un’elettromiografia ha raccontato all’avvocato Benedetto Ciccarone, quanto gli è stato comunicato, ossia che ci sarebbe il rischio una paralisi per tutta la vita e comunque dei danni irreversibili potrebbero già essere intervenuti. 

Le condizioni di salute di Cospito dopo la crisi cardiaca!

L’avvocato Ciccarone ha raccontato: “Alfredo mi ha detto che poco prima del nostro colloquio ha avvertito un tremore alla mano, e un dolore al petto e ha avvisato la guardia. Dopo dieci minuti è arrivata l’infermiera con il medico urlando e dicendo che avevano visto un problema dal monitoraggio…Erano molto preoccupati – ha proseguito – e dicevano che stava morendo. Gli hanno somministrato il potassio con l’ago a farfalla che ha sempre in vena perché secondo i medici bisognava intervenire subito. Alfredo ha aggiunto di avere visto un foglio col tracciato del cuore da cui si vedeva un grosso sbalzo. Poi la situazione è rientrata e si è stabilizzata”. Il suo legale, nei giorni scorsi, aveva manifestato l’intenzione di procedere con “ricorso alla Corte europea dei diritti umani. È una strada da intraprendere doverosamente”.

L’ultima lettera di Cospito prima del malore!

In una lettera, pochi giorni prima della crisi cardica, il detenuto, in sciopero della fame da mesi per protestare contro il 41bis, il regime del carcere duro in cui si trova, aveva fatto sapere di essere pronto a morire per la sua battaglia: “Sono pronto a morire per far conoscere al mondo cosa è veramente il 41 bis. Settecentocinquanta persone lo subiscono senza fiatare. Il più grande insulto per un anarchico è quello di essere accusato di dare o ricevere ordini…Quando ero al regime di alta sorveglianza avevo comunque la censura e non ho mai spedito pizzini ma articoli per riviste anarchiche, mi era permesso di leggere quello che volevo, di evolvere”.

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