Fra l’esercito turco e le forze regolari siriane il rischio di uno scontro armato è più che mai reale. Reale e, soprattutto, molto grave, uno scontro fra medie potenze. Zona incandescente è l’enclave di Afrin, alla frontiera, nella regione retta a maggioranza dai combattenti curdi. I soldati di Damasco si stanno dirigendo in forze in queste ore sull’area al confine, mentre le truppe turche, spalleggiate da baldanzose dichiarazioni espresse dalle rispettive autorità politiche, si dichiarano determinate e pronte alla guerra.
Afrin da gennaio sotto l’attacco turco.
La guerra di Siria è cominciata nel marzo 2011, e il suo nuovo sviluppo prende il via da una notizia data da una fonte curdo-siriana di alto livello secondo la quale, il Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan fondato da Abdullah Ocalan e in guerra contro Ankara dal 1984, si è alleato nel suo versante siriano con il governo di Damasco. L’alleanza riguarda il sostegno militare delle forze governative siriane a quelle curde, nell’enclave di Afrin, dal 20 gennaio sotto attacco da parte della Turchia.
La Siria pronta a difendere la propria integrità territoriale.
Secondo fonti curde, ma anche per quelle ufficiali siriane, entro poche ore le forze governative di Bashar al Assad entreranno nel distretto di Afrin. Per Damasco in effetti l’enclave attaccata dai turchi fa parte integrante del Paese, e la Siria non è disposta a cedere un centimetro del proprio territorio. In pratica, se le due parti si troveranno l’una davanti all’altra, il rischio di scontro è altissimo: una guerra fra Siria e Turchia.
La Turchia avanza dentro l’enclave curda.
Tuttavia le forze armate turche continuano ad avanzare dentro Afrin. La Turchia continuerà la sua avanzata verso Afrin con determinazione, ha infatti dichiarato il presidente turco Erdogan al suo collega russo Putin durante una recente telefonata. Se le truppe di Assad sosterranno le milizie curde dell’YPG, ha minacciato Erdogan, le conseguenze saranno inevitabili.