Continuano a verificarsi aggressioni ai danni del personale di polizia penitenziaria nelle carceri italiane. A Foggia, gli agenti hanno spiegato ad un detenuto che i parenti giunti non potevano accedere al colloquio in quanto si sono presentati senza documento di identità . Il detenuto non ha reagito bene alla notizia, e si è scagliato, armato di uno sgabello, contro un assistente capo di polizia, che è stato immediatamente portato in ospedale, dove è stato medicato ed è stato giudicato guaribile in 15 giorni
Poliziotto aggredito, l’allarme del SAPPE.
A commentare la notizia è Federico Pilagatti, il segretario del SAPPE: “Il SAPPE ritiene inaccettabile che nella sala colloqui di un carcere dove ci sono familiari, persone adulte e bambini possano accadere queste cose. Questo delinquente era da poco giunto a Foggia allontanato da un altre carceri pugliesi proprio per episodi analoghi”.
Questo, però, non è purtroppo un caso isolato, come infatti sottolinea Pilagatti: “Purtroppo i detenuti diventano sempre più violenti per motivi ben precisi tra cui la cronica carenza di personale di polizia penitenziaria che ha abbassato i livelli di sicurezza in maniera paurosa, ma soprattutto per l’inerzia e la superficialità dell’amministrazione penitenziaria che non applica verso questi violenti le prescrizioni previste dalla legge”.
Nelle carceri pugliesi la situazione non è facile: vi è una carenza di organico del personale di polizia penitenziaria (mancano circa 500 agenti), mentre il sovraffollamento dei detenuti ha superato il 60%. Il SAPPE chiede che Roma intervenga, altrimenti il personale di polizia si troverà costretto a porre in essere delle iniziative molto dure. Il SAPPE chiede, inoltre, che i poliziotti penitenziari vengano dotati di spray urticanti o di pistole elettriche per difendersi dalle aggressioni.