L’estate è arrivata in tutta la sua potenza, e nelle carceri i detenuti soffrono il caldo. Nel carcere della Dozza di Bologna, i detenuti non hanno neanche un ventilatore con cui refrigerarsi, e per riuscire a sopportare meglio la calura sono costretti a immergere i piedi in secchi d’acqua o a tamponarsi la fronte con pezze bagnate. Per gli agenti, la situazione non si discosta molto da quella dei detenuti: essi hanno a disposizione un solo ventilatore.
Per cercare di far fronte a questa situazione, spiega il Sappe, sono state modificati gli orari di permanenza all’aria aperta dei detenuti, in modo che possano evitare di stare nelle celle nelle ore più calde. Sono inoltre stati modificati anche i menu giornalieri, e sono stati introdotti alimenti adatti ad essere consumati nella stagione estiva.
Il Sinappe denuncia una situazione inumana, e Nicola D’Amore, membro del sindacato, annuncia che nulla è cambiato rispetto allo scorso anno. “Era stata fatta richiesta di ventilatori a batteria, ma senza esito. Per gli agenti non va meglio, almeno noi un ventilatore l’abbiamo, anche se era stato chiesto un condizionatore per l’ufficio, l’amministrazione carceraria ci ha risposto che tutto è allo studio, uno studio mai terminato a quanto pare”, ha dichiarato.
Le ultime news dal mondo delle carceri: la situazione critica del carcere di Avellino.
Le criticità del carcere di Bellizzi, ad Avellino, sono molteplici. Tra queste, si evidenziano gravi disagi cui devono sottostare gli infermieri. Non solo si registra una forte carenza di organico (da 12 sono rimasti in sei) ma ciò che è grave è che spesso non hanno a disposizione neanche farmaci.
Gli infermieri chiedono maggiori tutele per i detenuti che hanno diritto di essere curati e di poter usufruire di un’assistenza sanitaria completa. Il personale medico evidenzia come la situazione sia degenerata quando c’è stato il assaggio della gestione alla Asl.
A parlare della situazione è anche il segretario della Cgil Avellino Franco Fiordellisi: “Denunceremo in tutte le sedi opportune questa situazione insostenibile. La vicenda del personale sanitario, dislocato nelle carceri tramite l’Asl, si intreccia e si confonde con le problematiche degli agenti della Polizia Penitenziaria”.