Amnistia e carcere, le ultime news: i commenti di Palma e dei Radicali sugli obiettivi di Bonafede

Bonafede ha più volte ribadito le sue perplessità sulla riforma proposta dall'ex ministro Orlando, ma Palma ed i Radicali gli fanno notare che l'emergenza non si risolve costruendo nuove carceri.

Venerdì Santo, 7 aprile 2023 lo speciale di A sua immagine su Rai 1

Il ministro della giustizia Alfonso Bonafede ha più volte ribadito le sue perplessità sulla riforma proposta dall’ex ministro Andrea Orlando. L’obiettivo della riforma di Orlando era quello di abbattere il tasso di recidiva, in quanto è statisticamente provato che chi aderisce a misure alternative ha minori possibilità di tornare a delinquere.

Si voleva, dunque, cercare di rendere utile il periodo detentivo, fornendo occasioni di recupero e di reinserimento sociale. Per questo, si voleva puntare sull’incremento delle misure alternative alla detenzione per coloro che hanno un residuo di pena inferiore a 4 anni e che non abbiano commesso reati legati a mafia, terrorismo e che non stiano scontando la pena al 41 bis.

Secondo il nuovo ministro della giustizia Alfonso Bonafede con le misure previste nella riforma si sarebbe minato al principio della certezza della pena, intesa come esecuzione penale in carcere. Come risoluzione al problema del sovraffollamento, il ministro ha proposto la costruzione di nuove carceri.

Il messaggio dei Radicali al ministro Bonafede.

Mauro Palma, il Garante nazionale dei detenuti, ha rilasciato un’intervista a Inblu Radio, e qui ha ribadito il suo pensiero: il sovraffollamento non si risolve costruendo nuove carceri.

Palma fa notare come nelle carceri ci sono circa 5800 detenuti che sono stati condannati al carcere per periodi inferiori ad un anno: per costoro non sarebbe più utile una pena alternativa, come il lavoro socialmente utile? Palma riconosce comunque come positivo che Bonafede ha avviato con lui un dialogo, anche se per ora le visioni sono molto distanti.

I Radicali, intanto, dopo aver effettuato delle ispezioni nelle carceri, si sono rivolti ai ministro Alfonso Bonafede e lo hanno invitato ad ispezionare le carceri per verificare con i propri occhi quali sono le condizioni in cui vivono agenti e detenuti.

Sottolineano, poi, come il tasso di recidiva si riduce quando al detenuto viene permesso di effettuare percorsi di reinserimento sociale e lavorativo: non si può, sostengono i radicali, garantire la rieducazione del detenuto esclusivamente all’interno delle strutture carcerarie.

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