Riforma pensioni: Quota 100 costosa, inaccessibile per le donne ed i giovani

Quota 100, la misura per le pensioni anticipate allo studio del Governo, non convince. L'analisi del politologo David Natali.

Pensioni 2018: età pensionabile e flessibilità in uscita

La riforma delle pensioni 2019 prevede l’introduzione di Quota 100, quale misura per consentire il pensionamento anticipato. Il politologo David Natali, professore ordinario presso la Scuola Superiore Sant’Anna, ad Omnibus su La7, ha illustrato i motivi per cui l’introduzione di Quota 100 non sarebbe così vantaggiosa. Natali ha precisato che Quota 100 nasce dall’esigenza di rendere più flessibile l’uscita dal mondo del lavoro, superando l’innalzamento progressivo ed automatico dell’età pensionabile.

Pensioni anticipate: Quota 100 risponde al bisogno di rendere più flessibile l’uscita dal mondo del lavoro.

“La misura di Quota 100 risponde ad un’esigenza che era stata già riconosciuta dal Governo Renzi nel momento in cui aveva introdotto l’Ape sociale”, ha chiarito Natali. “Ricordiamo che dopo l’introduzione della Legge Fornero, accanto ad un aumento significativo del tasso di attività della popolazione più matura, cioè quella prossima alla pensione, si è determinato un fenomeno di disoccupazione della stessa classe d’età, cioè della popolazione più matura, prossima alla pensione, ma che non riuscendo ad arrivare all’età di pensionamento legale si trovava invischiata in una fase transitoria, ricadendo su altri strumenti di tutela, uscendo però, così, di fatto, ugualmente dal mercato del lavoro”, ha sottolineato.

Pensioni con Quota 100: le categorie escluse di fatto. 

“Quello che è singolare è che di fronte ad una totalità di ipotesi di riforma si stata scelta Quota 100”, ha osservato Natali. Consentire l’accesso alla pensione con Quota 100 è costoso: nella stesse stime del governo si parla di circa 7 miliardi di euro. “Dall’altro corrisponde agli interessi di categorie”, ha precisato il politologo, “si parla anche in questo caso di circa un 400mila persone come platea potenziale, probabilmente qualcosa di meno in termini di coloro realmente interessati”.

La platea di riferimento è composta “comunque  da persone che sono state in grado di avere un’anzianità contributiva molto ampia, cioè sono stati in grado di pagare contributi sociali per molto tempo”. Quota 100, quindi, “nonostante preveda una riduzione significativa dell’età di pensionamento, tende in ogni caso a non rispondere alle esigenze delle lavoratrici o delle categorie più giovani che hanno difficoltà a garantirsi una carriera contributiva così ampia”, ha concluso Natali.

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