Riforma delle pensioni, le ultime novità sulle rivalutazioni!

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha bocciato la class action contro la perequazione, perchè decreto Poletti non ha violato i diritti dei pensionati.

Riforma delle pensioni, le ultime novità sulle rivalutazioni!

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha bocciato la class action contro la perequazione delle pensioni per il 2012 e 2013 presentata da 10mila pensionati italiani, in quanto il decreto Poletti non ha violato i diritti dei pensionati.

La class action dei pensionati contro il decreto Poletti.

Il decreto Poletti, aveva disposto la restituzione della rivalutazione bloccata dalla Legge Fornero per il 2012 e il 2013 per le pensioni con un importo mensile di tre volte superiore al minimo INPS pari a circa 1.450 euro lordi. Il problema è che il bonus Poletti non aveva riguardato tutte le pensioni e non era stato distribuito in egual misura.

La restituzione era stata totale solo per le pensioni fino a 3 volte il minimo INPS, ma per quelle da 3 a 4 volte è stato concesso il 40%, per gli assegni superiori di 4-5 volte il minimo il 20% e per quelli tra 5-6 volte il 10% infine per le pensioni superiori a 6 volte il minimo sono state escluse dalla restituzione.

Allora, i pensionati avevano presentato ricorso mediante una class action ritenendo che tale provvedimento avesse prodotto un’ingerenza immediata sulle pensioni per il 2012 e 2013 e permanente per effetto del blocco sulle rivalutazioni successive.

Ecco perchè la Corte europea dei diritti dell’uomo ha bocciato la class action contro decreto Poletti.

Secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo, la riforma del meccanismo di perequazione delle pensioni è stata introdotta per tutelare l’interesse collettivo, e in particolar modo, per proteggere il livello minimo di prestazioni sociali e garantire allo stesso tempo la tenuta del sistema sociale per le generazioni future, in un particolare momento in cui la situazione economica italiana era particolarmente difficile.

Nelle motivazoni fornite dai giudici europei si legge che “la misura controversa non sembra avere avuto un impatto significativo per gli anni in questione: per il 2012 l’impatto negativo delle disposizioni criticate, che è nullo per le pensioni inferiori a circa 1.500 euro, sale al 2,7% per le pensioni di oltre 3.000 euro; un risultato simile può essere calcolato sul 2013”.

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