Amnistia e carcere, le ultime news ad oggi: ventilatori per sopportare il grande caldo a Firenze

Nel carcere di Firenze i detenuti possono finalmente usufruire di ventilatori per contrastare la grande calura estiva.

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Il grande caldo estivo è arrivato, ed anche nelle carceri l’emergenza afa si fa sentire. A Firenze è partito un progetto per cercare di alleviare i disagi dei detenuti legati all’eccessiva calura. A parlare di quest’iniziativa, resa possibile grazie ai contributi economici di Madonnina del Grappa, Caritas diocesana e Federazione regionale delle Misericordie è don Vincenzo Russo, il cappellano di Sollicciano,

Don Vincenzo racconta che la vita del carcere è molto dura, e spesso è difficile avere i diritti più logici ed umani, quali il diritto alla salute ed il rispetto della dignità della persona umana. L’opera dei Cappellani, in un ambiente dove le condizioni di vita sono così difficili, non si può limitare ad amministrare i sacramenti, ma si deve cercare di dare un aiuto concreto a chi vive in condizioni ristrette.

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L’aiuto deve essere svolto sia per sorreggere e sostenere chi cerca riscatto dopo aver commesso degli errori, ma deve essere anche concreto per cercare di risolvere delle situazioni che sembrano semplici e banali ma che si rivelano di estrema importanza per poter vivere senza patire, come ad esempio il reperire i ventilatori per cercare di contrastare questo grande caldo. 

“Era l’anno 2015 quando, per la prima volta, insieme ai radicali fiorentini, denunciai, grazie alla tribuna offertami da Radio Radicale e da qualche giornale locale, il fatto che a Sollicciano la temperatura d’estate superasse i 40°C. La Regione, allora, grazie all’assessore Stefania Saccardi, inviò qualche decina di ventilatori, altri li portai io stesso, ma fu impossibile metterli in funzione, data la vetustà dell’impianto elettrico. Solo oggi, nel 2018, l’impresa è diventata possibile, grazie all’impegno economico di Madonnina del Grappa, Caritas diocesana e Federazione regionale delle Misericordie e dopo tante manifestazioni di denuncia, ripetuti rapporti inviati al Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria dai radicali e dai Garanti, e l’arrivo di un nuovo Direttore”, racconta Don Vincenzo.

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