Oggi come di consueto Papa Francesco celebrerà l’Angelus in Piazza San Pietro, trasmesso all’interno del programma A Sua Immagine, che nella puntata in onda domenica 4 giugno 2023, ha mandato in onda lo speciale realizzato sabato 27 maggio 2023 a Saxa Rubra con Papa Francesco. Per la prima volta un Pontefice si è stato ospite in un programma tv.
I temi affrontati da Papa Francesco nello speciale di A sua immagine!
Papa Francesco ha lanciato un nuovo appello per la pace, e ha lungamente parlato delle difficoltà che ciascuno incontra nella vita di tutti i giorni, in particolar modo si è soffermato sull’aggressività che sempre più pervade la vita sociale, parlando anche del fenomeno del bullismo. Per il Papa l’unica risposta alla violenza è sempre l’amore, che deve pervadere i nostri cuori. Alla domanda della conduttrice su cosa dire ai ragazzi quando si trovano di fronte a tali situazioni, il Papa ha risposto che la risposta è l’abbraccio amorevole. Con Lorena Bianchetti il Pontefice ha rimarcato il ruolo fondamentale che la comunicazione e l’informazione hanno il dovere di svolgere in questo particolare momento storico. Hanno accolto il Pontefice don Marco Pozza, Cappellano del Carcere Due Palazzi di Padova, e suor Agnese Rondi, suora del Cottolengo. Papa Francesco ha offerto anche una riflessione sulla sua vocazione mariana.
La Santa Messa e l’Angelus di Papa Francesco!
Sempre all’interno della trasmissione religiosa di Rai 1 A Sua immagine, alle 10.55 verrà mandata in onda la Santa Messa dalla Chiesa San Pietro Apostolo in Minturno, in provincia di Latina. Alle 12.00 sarà trasmesso l’Angelus recitato da Papa Francesco da Piazza San Pietro, momento molto atteso dalla comunità di fedeli.
Il Vangelo di oggi è di Giovanni, e recita: “In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio“.
Il Pontefice a comento del Vangelo sottolinea che “se noi ci chiudiamo all’amore di Gesù, siamo noi stessi che ci condanniamo…se andiamo a Lui con la voglia di essere buoni, il Signore ci perdona. Ma per questo dobbiamo aprirci all’amore di Gesù, che è più forte di tutte le altre cose. L’amore di Gesù è grande, l’amore di Gesù è misericordioso, l’amore di Gesù perdona; ma tu devi aprirti e aprirsi significa pentirsi, accusarsi delle cose che non sono buone e che abbiamo fatto“.
Oggi, Solennità della Santissima Trinità, il Vangelo è tratto dal dialogo di Gesù con Nicodemo…Gesù lo ascolta, capisce che è un uomo in ricerca e allora prima lo stupisce, rispondendogli che per entrare nel Regno di Dio bisogna rinascere; poi gli svela il cuore del mistero dicendo che Dio ha amato così tanto l’umanità da mandare il suo Figlio nel mondo. Gesù, dunque, il Figlio, ci parla del Padre e del suo amore immenso. Padre e Figlio. È un’immagine familiare che, se ci pensiamo, scardina il nostro immaginario su Dio. La parola stessa “Dio”, infatti, ci suggerisce una realtà singolare, maestosa e distante, mentre sentir parlare di un Padre e di un Figlio ci riporta a casa. Sì, possiamo pensare Dio così, attraverso l’immagine di una famiglia riunita a tavola, dove si condivide la vita. Del resto, quella della mensa, che allo stesso tempo è un altare, è un simbolo con cui certe icone raffigurano la Trinità. È un’immagine che ci parla di un Dio comunione. Padre, Figlio e Spirito Santo: comunione.
Stare a tavola con Dio per condividere il suo amore, come all’altare della mensa eucaristica!
Continua il Pontefice: “L’invito che ci rivolge è quello di stare a tavola con Dio per condividere il suo amore. Questa è l’immagine. Questo è ciò che succede in ogni Messa, all’altare della mensa eucaristica, dove Gesù si offre al Padre e si offre per noi. E sì, è così, fratelli e sorelle, il nostro Dio è comunione d’amore: così ce lo ha rivelato Gesù. E sapete come possiamo fare a ricordarlo? Con il gesto più semplice, che abbiamo imparato da bambini: il segno della croce. Tracciando la croce sul nostro corpo ci ricordiamo quanto Dio ci ha amato, fino a dare la vita per noi…Oggi allora possiamo chiederci: noi testimoniamo Dio-amore? Se Dio è amore, le nostre comunità lo testimoniano? Le nostre comunità sanno amare? E la nostra famiglia, sappiamo amare in famiglia? Teniamo la porta sempre aperta, sappiamo accogliere tutti, sottolineo tutti, come fratelli e sorelle? Offriamo a tutti il cibo del perdono di Dio e la gioia evangelica? Si respira aria di casa o assomigliamo più a un ufficio o a un luogo riservato dove entrano solo gli eletti? Dio è amore, Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo e ha dato la vita per noi, per questo facciamo il segno della croce”.