Papa Francesco, oggi mercoledì 26 aprile 2023, ha tenuto l’udienza generale, un momento religioso molto atteso, che si tiene dalla biblioteca del Palazzo Apostolico in Piazza San Pietro, ha inizio alle 9,15, e può essere seguita in diretta streaming. La scorsa settimana nel corso dell’udienza generale, il Pontefice ha rivolto lo sguardo alla schiera dei martiri, uomini e donne di ogni età, lingua e nazione che hanno dato la vita per Cristo, che hanno versato il sangue per confessare Cristo.
Papa Francesco, le parole all’udienza generale di oggi 26 aprile 2023!
Anche questa settimana il Pontefice, dopo aver ribadito l’appello per non dimenticare la preghiera per la martoriata Ucraina, salutando i fedeli polacchi, Francesco ha ricordato che “tra pochi giorni, presso il Santuario nazionale di San Giuseppe a Kalisz, celebrerete la Giornata del martirio del clero polacco durante la Seconda guerra mondiale”. Ha quindi lanciato il suo pensiero ai martiri dei nostri giorni: “Auspico che la testimonianza dei martiri polacchi stimoli i sacerdoti, le persone consacrate, i fedeli laici, specialmente i giovani, al coraggio e alla generosità nel servizio a Dio e ai fratelli”, l’augurio del Papa. “Gioiosi testimoni di Cristo ai coetanei”, l’invito ai giovani nel saluto ai fedeli di lingua italiana.
Il Pontefice ha ricordato nell’udienza di oggi i monaci: “Proseguiamo le catechesi sui testimoni dello zelo apostolico. Siamo partiti da San Paolo e la volta scorsa abbiamo guardato i martiri, che annunciano Gesù con la vita, fino a donarla per Lui e per il Vangelo. Ma c’è un’altra grande testimonianza che attraversa la storia della fede: quella delle monache e dei monaci, sorelle e fratelli che rinunciano a sé, rinunciano al mondo per imitare Gesù sulla via della povertà, della castità e dell’obbedienza e per intercedere a favore di tutti. Le loro vite parlano da sé, ma noi potremmo chiederci: come può della gente che vive in monastero aiutare l’annuncio del Vangelo? Non farebbero meglio a impiegare le loro energie nella missione? Uscendo dal monastero e predicando il Vangelo fuori dal monastero?”. In realtà, i monaci sono il cuore pulsante dell’annuncio, la loro preghiera è ossigeno per tutte le membra del Corpo di Cristo, la preghiera loro è la forza invisibile che sostiene la missione. Non a caso la patrona delle missioni è una monaca, Santa Teresa di Gesù Bambino”.
Ricordando le parole del Papa nell’udienza di mercoledì scorso.
La scorsa settimana durante l’udienza il Pontefice aveva volto lo sguardo ai martiri, ribadendo che dopo la generazione degli Apostoli, sono stati loro, per eccellenza, i “testimoni” del Vangelo. La parola “martirio” deriva dal greco martyria, che significa proprio testimonianza. Aveva sottolineato il Pontefice: “I martiri, però, non vanno visti come eroi che hanno agito individualmente, come fiori spuntati in un deserto, ma come frutti maturi ed eccellenti della vigna del Signore, che è la Chiesa. In particolare, i cristiani, partecipando assiduamente alla celebrazione dell’Eucaristia, erano condotti dallo Spirito a impostare la loro vita sulla base di quel mistero d’amore: cioè sul fatto che il Signore Gesù aveva dato la sua vita per loro, e dunque anche loro potevano e dovevano dare la vita per Lui e per i fratelli. Una grande generosità, il cammino di testimonianza cristiana”.
“Il Concilio Vaticano II ci ricorda che il martirio, col quale il discepolo è reso simile al suo maestro che liberamente accetta la morte per la salute del mondo, e col quale diventa simile a lui nella effusione del sangue, è stimato dalla Chiesa come dono insigne e suprema prova di carità martiri, a imitazione di Gesù e con la sua grazia, fanno diventare la violenza di chi rifiuta l’annuncio una occasione suprema di amore, che arriva fino al perdono dei propri aguzzini“.