Crescono in forte misura (+32,0%) le unioni civili. Lo afferma l’Istat nel rapporto “Matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi, anno 2021”. Come spiega il sito tgcom24.mediaset.it, più di un matrimonio su due è celebrato con rito civile, pari al 54,1%. La percentuale dei matrimoni civili osservata nel 2020 (71,1%) aveva registrato un eccezionale aumento per le misure di contenimento dell’emergenza Covid, che hanno limitato soprattutto le celebrazioni con rito religioso. Nel 2021 tale quota si ridimensiona (54,1%) riallineandosi all’andamento crescente osservato negli anni pre-pandemici (52,6% nel 2019).
Più diffuso nelle seconde nozze!
Il rito civile è – secondo l’Istat- più diffuso nelle seconde nozze (95,0%), essendo in molti casi una scelta obbligata, e nei matrimoni con almeno uno sposo straniero (91,9% contro il 48,2% dei matrimoni di sposi entrambi italiani). La scelta del rito civile va però diffondendosi anche nel caso dei primi matrimoni (43,1% nel 2021). Considerando i primi matrimoni tra sposi entrambi italiani (89,0% del totale dei primi matrimoni) l’incidenza di quelli celebrati con rito civile è del 37,5% nel 2021 (33,4% nel 2019 e 20,0% nel 2008). Per tale tipologia di coppia è spiccata la variabilità territoriale: si riscontrano incidenze di celebrazioni con rito civile più basse nel Mezzogiorno (25,4%) e più alte nel Centro (47,5%).
Separazione dei beni e giovani.
La scelta del regime patrimoniale di separazione dei beni, tendenzialmente in crescita rispetto al passato (62,7% nel 2008, 40,9% nel 1995), rivela una lieve contrazione nel 2021, risultando la sceta degli sposi nel 73,4% dei casi (74,7% nel 2020). Il mutamento nei modelli culturali, oltre all’effetto di diversi fattori come l’aumento diffuso della scolarizzazione e l’allungamento dei tempi formativi, le difficoltà nell’ingresso nel mondo del lavoro e la condizione di precarietà del lavoro stesso hanno comportato, negli anni, una crescente posticipazione dell’uscita dalla famiglia di origine. In meno di 20 anni i giovani che restano nella famiglia di origine fino alla soglia dei 35 anni sono aumentati di quasi tre punti percentuali.