Equo compenso: approvato dalla commissione bilancio del Senato l’emendamento al decreto fiscale

La commissione bilancio del Senato ha approvato l'emendamento al decreto fiscale sull'equo compenso dei professionisti, anche nei rapporti con la P.A.

Equo compenso: approvato dalla commissione bilancio del Senato l'emendamento al decreto fiscale

La commissione bilancio del Senato ha approvato l’emendamento al decreto fiscale collegato alla manovra sull’equo compenso a tutti i professionisti. Entro la fine dell’anno, dunque, dati i tempi di approvazione del dl (che dovrà essere licenziato definitivamente entro il 15 dicembre prossimo) non solo gli avvocati ma tutta la libera professione sarà tutelata anche nei confronti della Pubblica Amministrazione sul fronte compensi. Per gli avvocati, il riferimento saranno i parametri stabiliti con il Dm 55/2014 utilizzati dai tribunali; per le altre professioni ordinistiche valgono i parametri utilizzati dai tribunali mentre per le professioni ex legge 4/2013 questo aspetto resta da chiarire.

Un diritto che scatta quando il committente è una banca, un’assicurazione o una grande azienda; anche la pubblica amministrazione – con il beneplacito del ministro per la semplificazione e la Pa Marianna Madia – dovrà garantire «il principio dell’equo compenso in relazione alle prestazioni rese dai professionisti in esecuzione di incarichi conferiti dopo l’entrata in vigore della presente legge». Per la Pa è esclusa l’applicazione retroattiva del principio, prevista invece per gli altri casi.

Equo compenso: i primi commenti di Andrea Orlando e di Cesare Damiano.

«Un altro passo per il riconoscimento dell’equo compenso per il lavoro dei professionisti. La breccia aperta dalla proposta relativa agli avvocati ha aperto, come promesso, la strada per tutte le altre professioni. E’ un impegno che ho preso con tutti i professionisti italiani per sradicare quello che ho più volte definito come un vero e proprio ‘caporalato intellettuale‘; un impegno che seppur con fatica e tra mille resistenze, stiamo portando avanti e che approveremo prima della fine della legislatura. Lo dobbiamo ai professionisti italiani». Sono queste le parole del ministro della giustizia Andrea Orlando nel commentare l’approvazione.

“Con l’emendamento e le sue riformulazioni governative in Commissione Bilancio al Senato il principio del riconoscimento dell’equo compenso per tutte le professioni entra nel testo del dl fiscale che verrà approvato definitivamente entro fine anno” ha proseguito Orlando. Il testo approvato, con pareri favorevoli di Ministero della Giustizia e Ministero dell’Economia e delle Finanze (Ragioneria Generale), oltre all’allargamento a tutte le professioni, introduce nel nostro ordinamento il principio che tutti i committenti, privati e pubblici (quindi anche la Pubblica Amministrazione) debbano riconoscere un compenso equo ai professionisti.

“Bisogna essere orgogliosi del risultato raggiunto: le professioni faranno bene a rivendicarlo nella loro manifestazione del 30 novembre”. Lo ha detto il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd), a proposito del varo della norma sull’equo compenso per i servizi professionali

Una misura di equità e di dignità, una misura che va nell’interesse dei professionisti, specialmente quelli più giovani.

Per Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio nazionale degli assistenti sociali, l’approvazione da parte della commissione Bilancio del Senato di un emendamento al decreto fiscale collegato alla manovra che introduce l’equo compenso per tutti i professionisti è una misura di equità e dignità. “Una misura che, prevedendo che anche la pubblica amministrazione debba garantire il principio dell’equo compenso, impedirà il ripetersi delle scandalose situazioni di prestazioni professionali pagate a zero euro come quelle richiesta per la posizione di assistente sociale del Comune di Piana degli Albanesi o la predisposizione di un piano urbanistico generale chiesto a titolo gratuito dal Comune di Catanzaro. È giusto riconoscere che si è giunti a questa approvazione grazie, da un lato, alla mobilitazione di tutti i professionisti e, dall’altro, all’impegno posto dal ministro Orlando così come quello dei presidenti delle commissioni Lavoro dei due rami del parlamento, Sacconi e Damiano. Mi auguro che ora, in sede di discussione in aula, la formulazione uscita dalla commissione Bilancio di Palazzo Madama non venga stravolta ma eventualmente migliorata e venga anche confermata quando il decreto approderà a Montecitorio”.

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